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Non Sine Lumine. Lux Me Regit

Il Microcosmo

 

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Convogliati, indirizzati, proiettati vorticosamente come sfere impazzite.

Consci, inconsci, consapevoli oppure no. Questa la modernità.

Uscire fuori da se stessi nell'immenso magma della vita, nel caos indissoluto.

Meccanizzati, indicizzati, catalogati, instradati, incasellati, ispezionati, controllati, vigilat, dominati, ripresi, frenati, trascurati, contati.

Se si rimane dentro... satelliti puntati, intercettati, ascoltati, ripresi, fotografati, carcerati, legati, incatenati, imbavagliati.

Microcosmi controllati.

Il ciclo della vita...

Uscire la mattina, rientrare la sera. Uscire la sera, rientrare la mattina.

La sveglia…

caffe' leggeri, colazioni abbondanti, cereali, biscotti e cornetti fumanti.

Le notizie...le solite…morti, incidenti, disastri, matrimoni gay, partite, politici e cantanti; la borsa, l'economia, la medicina, la meteorologia, scemi impettiti, reality e poca fantasia.

Autobus e treni stracolmi, corpi, gomiti, mani, piedi, aliti fetidi, voci altisonanti, clacson squillanti.

Finestrini chiusi, aria climatizzata, solo uno spiraglio, polvere inquinata;

code, file, tempo che scorre atroce, tubi di scappamento, musica veloce.

Cerchi di fumo dal tettino, guardarsi nello specchietto senza vedere nessuno,

neanche chi e' dietro si fa vedere, i tuoi vetri oscurati non gli permettono di entrare.

Asfalti, semafori, rumori assordanti, catene da neve per auto sbandanti;

Ti accorgi... Sei fuori, nel caos spaventoso, non sai chi governa  questo mare impetuoso.

appuntamenti, incontri, colloqui di lavoro, sedute spiritiche, cartomanti per l’alloro;

scuole, banche, code postali, su rotaie o piste ritardi abissali;

in ufficio, per parchi, in piscine di minzioni a tutte le ore ci rompono i coglioni. Ti accorgi…Sei Fuori, nel caos spaventoso,

non sai chi governa questo mare impetuoso.

Cani randagi, ubriachi, tossici, zingari, stranieri, tutti a bere alla fonte,

barboni seduti sul cartone tutti soli e senza padrone come su un monte.

Problemi, attacchi, tinte accecanti, ruspe e trattori per Gentlman flatulenti che masticano biscotti sbattendo le labbra, che girano il mondo spandendo la lebbra, che succhiano minestre a teste chine, affogati nei piatti come galline. Scoreggiano in pubblico i nuovi edotti, non si risparmiano di costruirsi facendo bei rutti.

E poi partono… Finanziamenti Organizzati, senza soldi in tasca si muovono impazziti, partono e partono seguendo la via che è solo immaginaria e porta alla follia; ma infelici, veloci, ansimanti e sudati, corrono in palestre su tappeti incollati, quello che cercano è immagine pura, comando, presunzione, potere, scalini da salire per affermare il vuoto che e’ divenire.

Vedi luci nelle vetrine, quelle degli occhi solo latrine;

Versace, Pollini, Dolce e Gabbana vestìti alla moda  che fanno tendenza,  ti senti più alto ma dentro sei senza.

Hai sempre bisogno di possedere, la tua anima scalpita vorrebbe volare.

Sei vuoto come un pugno da aprire, quello che manca lo dovrai cercare,

nell’altra mano non è nascosto, è dentro di te ed è ben riposto.

Vedi luci nelle vetrine, quelle degli occhi solo latrine.

Gli occhi che parlano non hanno interlocutori,

nessun rispetto e si è tagliati fuori.

Difficile è vivere senza ansie e dolori, riuscire a scappare nello spazio al di fuori dove trovare calma, quiete, serenità senza dolori.

     Il microcosmo…la tua breve esistenza, vivi ogni giorno bandendo l’arroganza.

Le ore passano, la notte si avvicina, qualcuno ci aspetta per baciarci guardando la luna,

ci schiude l'uscio portando il suo profumo,

ci porge un calice d'amore che non si riscontra in nessuno.

Il calore che si sente senza camino,

il suono sinuoso delle corde di un violino,

il sapore che si annusa di una luce soffusa,

l'odore che si gusta di una mano tesa.

Gli occhi si empiono di sensazioni che compongono in sinfonia una serie di azioni.

Il tuo microcosmo al riparo dal resto,

proteggilo sempre senza battute d’arresto.

Il ritorno faticoso di una giornata di mare, la forma sferica nella quale sostare, quel mare, quelle onde tutte diverse che scrosciano all’unisono per niente perverse.

Il tuo mondo, la tua vita, la tua anima, le tue relazioni,

salvaguardale continuamente dalla terra delle finzioni.

 

©2006 by RIVISTA di EQUIPéCO - CARMINE MARIO MULIERE EDITORE

 

 

 

 

 

 

 

 

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